Dipartimento di Comando e Controllo
set1
Quella che segue è la trascrizione di una telefonata del sottoscritto con un’addetta (che non si presenta) dell’Ufficio Stampa del Dipartimento di Comando e Controllo della Protezione Civile all’Aquila. Probabilmente ci sarà anche qualcuno cui questa telefonata sembrerà “normale”. Ma se la leggete senza preconcetti, vi accorgerete che normale non è. Perché possiate rendervi conto della veridicità della trascrizione, c’è anche il video della telefonata, senza tagli.
Alberto: “Chiamiamo il numero fisso dell’Ufficio Stampa della Protezione Civile.
Oggi è il 5 di settembre e sono le 13:36.”
Uff.stampa: - Pronto?
Alberto: - Sì, buon giorno, è l’ufficio stampa della Protezione Civile?
- Sì
- Sì, buon giorno, sono Alberto Puliafito, sono un giornalista e avrei bisogno di un’informazione. Io oggi sono stato al campo di Piazza d’Armi, però mi è stato detto che non è possibile entrare per documentare le operazioni di smantellamento del campo.
- Sì.
- … e volevo sapere se mi può dire qualcosa in merito.
- Eh, lì dipende dal capo campo, che… che sono loro che decidono, perché se non vogliono essere ripresi noi non lo possiamo autorizzare
- Eh, però…
- Quella è casa loro.
- Io capisco, ma io devo
- Se al campo le dicono “No… non vogliamo che si riprende tutto quanto…” oppure, mandi una mail e vediamo un attimino se… che altro è rimasto, quello che c’è da fare, però… bisogna sempre chiedere a loro.
- Questo lo capisco ma anche se ci sono delle persone internamente che invece non hanno problemi e vogliono che la cosa venga ripresa?
- Eh, bisognerebbe sentirle però è il capo campo che sa questa cosa
- Sì, no, però io ho parlato con delle persone che mi hanno detto “vieni pure” e però poi all’ingresso mi hanno fermato. Quindi come faccio a raggiungere quest…
- …la persona, nome cognome, chi è e riprendere soltanto loro. Quindi però lei non può entrare nel campo liberamente. Questo è come se fosse entrare in un palazzo con tante abitazioni. Ci mandi una mail, guardi, io la faccio vedere al responsabile e poi lui contatterà magari il responsabile, chi è rimasto, quello che stanno facendo e vedrà un pochino quello che si può fare.
- D’accordo. No, perché la cosa è un po’ paradossale, io sono qui da luglio, ho lavorato tranquillamente anche sotto al G8. In teoria, no, la stampa non dovrebbe essere sottoposta né a censura né a autorizzazioni di sorta, quindi…
- E va be’, ma questa è una cosa abbastanza riserva… cioè… privata, quasi… e le persone che magari non vogliono farsi vedere quello che stanno facendo… noi non possiamo obbligare la stampa a riprenderle
- Questo è chiaro, ma come può il capo campo sapere se le persone vogliono o no?
- Eh, però noi facciamo… è chiaro, noi non possiamo contattare persona singolarmente, è il capo campo che deve dire sì e no, almeno, fino a adesso è stato così, sono loro che sanno le esigenze del campo.
- Hm. Però lei capisce la mia posizione… che mi trovo in una situazione in cui io non posso fare il mio pezzo e…
- Ci mandi un attimo una mail e ci mette anche le persone che lei ha contattato e che hanno detto così e proviamo a sentirle… che cosa devo fare, se è una cosa fattibile o meno.
- D’accordo
- Cioè non è che può chiamare persona per persona e dire “lei vuole essere ripresa sì…”
- Be’, in realtà è quello che io faccio, nel senso, io non mi permetto mai di mandare in onda…
- Cioè… è quello che ci era stato detto dall’inizio e quindi per quanto riguarda i campi ci siamo sempre comportati in questo modo, che il campocampo che sta sul posto, gestisce fra virgolette, diciamo, quello che avviene nel campo
- Certo. Mi permetta di dirglielo, in barba all’Articolo 21 della costituzione che stabilisce la libertà di stampa, no?
- Sì, ma lei vuole entrare dentro al campo
- Be’, ma la casa non è del capocampo
- Lei fuori può fare quello che vuole
- Sì, ma il capocampo non è a casa sua. Non è casa del capocampo. No?
- …
- Questo voglio capire
- Be’ non è casa del capocampo però comunque è tutto privato, là dentro. … Cioè è come… lei entra lì e fa quello che… ci dev’essere qualcuno responsabile che dà delle indicazioni
- Be’, la gente dovrebbe essere responsabile. Nel senso, io ho ovviamente quando intervisto una persona mi scusi se poi mi dilungo un attimo, no… io faccio firmare una liberatoria, se la persona non vuole firmarla, questa persona non può essere intervistata (stiamo parlando di ripresa audiovideo, ovviamente, ndR), giustamente, perché è un suo diritto alla privacy, visto che c’è una legge sulla privacy. Ma se io non ho neanche modo di chiedere a questa persona, come dovrei comportarmi?
- Eh, lei… ci mandi una richiesta, mi metta un contatto telefonico, io adesso sento il responsabile e lui magari mi dirà “sì è possibile” oppure “no non è possibile”
- Ecco, e se le dice “No non è possibile”?
- …diciamo, è come un’abitazione, non è che lei può entrare e riprendere le persone che a lei hanno detto “Sì, vogliamo essere riprese”
- Be’, la tenda è un po’ come fosse casa della persona di turno, no?
- … eh, appunto, c’è chi gestisce le cose, lui sa o lei che è il capocampo, in questo momento non glie lo so dire, chi c’è in questo momento sono loro che gestiscono il campo.
- Quindi dobbiamo presumere che il capocampo sappia di mille persone quali sono le volontà di ognuno.
- … Sì. Dovrebbe sapere un attimino quello che avviene dentro al campo. Assolutamente, sì.
- Va bene, manderò una mail, la ringrazio molto.
- Prego
- Arrivederci
Alberto Puliafito
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18:13 on settembre 15th, 2009
Non “Yes, we camp”, invece, “No, we can’t”. La libertà d’informazione sotto la suola delle scarpe.
Elisabetta